Carlo Magno non esiste! La bellezza di complottare

 

 

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Lorenzo Domenis, Verona –

“Il Duomo di Milano fu costruito da giganti per giganti!”, una frase aberrante, una delle tante sparate uscite dalla bocca dei terrapiattisti che, nell’arco delle scorse settimane, sono diventati una sorta di tormentone sul Web grazie ai servizi realizzati dalle Iene su Italia 1.
Dall’Australia visibile da Capo Nord fino alle scie chimiche, passando per una totale revisione del nostro passato e l’esistenza di un matrix, molte persone sono rimaste -giustamente- basite davanti ai deliri dei terrapiattisti, chiedendosi, soprattutto, come facessero a credere a quelle fandonie prive di qualsivoglia prova o fondamento scientifico e logico. Il tutto si lega alla bellezza del complotto e del complottare, un bisogno sempre più diffuso nella nostra società.

Ma facciamo un passo indietro: perché nel titolo compare la dicitura “Carlo Magno non esiste”? È presto detto. Esiste una teoria del complotto in “salsa storica”, denominata teoria del tempo fantasma, che afferma la non esistenza degli anni compresi tra il 614 d.C. e il 911, con buona pace del primo sacro romano imperatore. Secondo l’ipotesi del tempo fantasma, l’imperatore Ottone III, papa Silvestro II e l’imperatore bizantino Costantino VII (dannati poteri forti!), avrebbero alterato il sistema di datazione in modo da poter affermare di vivere nell’anno Mille, inventando di sana pianta la figura di Carlo e circa trecento anni di eventi, il tutto grazie a falsi documenti, false reliquie ed oggetti realizzati ad hoc. Questa aberrante tesi, proposta dal tedesco Herbet Illig, è stata ovviamente respinta da qualsiasi istituto accademico, ma ciò non ha impedito la circolazione di tale bizzarria senza senso.
L’ipotesi del tempo fantasma è solo una delle tante teorie del complotto di ambito storico: ecco la la teoria della non esistenza di Socrate (che sarebbe un’invenzione di Platone) oppure il fatto che Sheakespeare fosse in realtà un siciliano fuggito in Inghilterra, senza dimenticare gli onnipresenti Illuminati o Rosacroce pronti a controllare dall’ombra i principali attori del nostro passato. Insomma, la lista è lunga e in continuo aggiornamento.

Dopo questo excursus cervellotico, torniamo al fulcro della questione nonché all’aspetto più attuale della vicenda: perché è così bello complottare? Il tutto ruota attorno alcune dinamiche psicologiche e, volendo, anche sociali. In primis, spesso e volentieri, le teorie del complotto presentano un nemico da odiare, un qualcuno che agendo nell’ombra diviene origine di tutti i mali. Questa dialettica, ampiamente sfruttata anche nella stretta attualità politica purtroppo, è davvero molto comoda, in quanto da un’origine credibile ai propri problemi personali evitando così che il soggetto debba mettersi in discussione, affrontando le sue debolezze e manchevolezze. La dialettica del nemico nell’ombra è così efficace da riuscire a conquistare milioni di persone, basti pensare ad alcune sfaccettature dell’antisemitismo tedesco che vedeva gli ebrei come un’elité ricca pronta ad affossare la Germania per i propri interessi.

Oltre allo schema mentale del nemico, le teorie del complotto soddisfano il bisogno di alcune persone di sentirsi realizzate e speciali. “Io conosco la verità, sono più avanti di te” oppure “Puoi non crederci, ma è così. Più avanti lo capirai”; frasi tipiche che escono dalla bocca di qualsivoglia complottista. Questa patina di superiorità e di maggior comprensione delle cose conferisce sicurezza, fa sentire saggi, intelligenti, diversi nel senso positivo del termine. Anche questa dinamica ha trovato ampio spazio nella politica nostrana, dove spesso figuri dubbi si ergono a maestri della finanza sostenendo di conoscere gli ingranaggi che muovono l’Europa e il mondo intero per fare un esempio.
Va inoltre sottolineato che, quando si entra nelle dinamiche complottiste, si verifica un effetto pacman domino. Si comincia a credere a una teoria, poi a un’altra, poi a un’altra ancora, si connettono magari l’un l’altra e il gioco è fatto. Effettivamente non si vede più niente come prima, tutto diventa solo una macchinazione cervellotica da capire e da sconfiggere.

Come si può arginare la diffusione del complottismo? La risposta è una sola: cultura. La cultura è il vero vaccino, con buona pace dei no-vax, contro le strampalate teorie pseudostoriche, pseudomediche e pseudoscientifiche. Bisogna combattere l’analfabetismo funzionale che impedisce di distinguere il vero dal falso, bisogna generare anticorpi contro le bufale che si leggono liberamente sul Web, bisogna istruire il grande pubblico alla ricerca delle fonti, al controllo di ciò su cui si basa un’ipotesi. Non basta fermarsi al “lui è bravo, ha detto che X è vero mentre Y è falso. Mi fido”. Bisogna indagare, confrontare e informarsi, applicando lo schema che gli storici sono abituati ad usare quando effettuano una ricerca. L’affidabilità della fonte è il perno di qualsiasi teoria. Se la fonte è già fallace l’intero costrutto sarà fallace, non si sfugge da questa dinamica. Certo, alcune persone rimarranno arroccate nel loro complottismo nudo e puro, rifiutando qualsiasi spiegazione e bollandola come depistaggio, ma la battaglia va combattuta affinché le teorie del complotto non diventino la normalità, affinché non conquistino il grande pubblico, affinché non avvelenino la mente di milioni di persone.

Gli storici hanno gli strumenti giusti (o almeno si spera) per contrapporsi alla mentalità del complotto, tali strumenti vanno illustrati e valorizzati nelle scuole, in modo che i più giovani sviluppino gli anticorpi contro le dietrologie e le elucubrazioni cervellotiche. La storia non è solo una sequela di eventi e di date, non è solo volumi noiosi, è anche metodo. Se si riuscirà a valorizzare questo metodo all’interno del sistema scolastico, forse cominceremo ad arrestare la diffusione del complottismo.

1 thought on “Carlo Magno non esiste! La bellezza di complottare

  • Se continuano a persistere le religioni non c’è da stupirsi che sorgano teorie strampalate. Purtroppo alcuni fanatici religiosi non si limitano a sparare idiozie ma…. sparano

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