Buona lettura – Chi se non noi – G. Urbani

chi se non noi urbani

Oriana Rodella – Verona

Ho letto il romanzo di Germana Chi se non noi con la calma e la serenità azzurro nostalgia suggerite dai luoghi del Delta del Po. Quelli che fanno da cornice all’intera vicenda. Cercavo azzurro e ho trovato rosso.

Mi sono chiesta per tutto il romanzo come mai nell’evolversi di questa storia ci sia dentro quel certo dolore provato da tutte le donne di oggi e di ieri. Donne come Maria – la protagonista del romanzo – ispiratrici e pigmalioni che con la loro costruttiva e silenziosa presenza riescono a far emergere il meglio dal proprio compagno.

Mi sono domandata perché a queste stesse donne accada che paradossalmente più aumenti la loro dedizione e più si affermi l’anaffettività del proprio partner. Più queste donne amano e più dall’altra parte fioriscono narcisismo ed egocentrismo.

Ci sono uomini che da sempre crescono sulla pelle delle donne, si fanno adottare da loro, instaurano con loro un rapporto “particolare” e ricevono tantissimo: sono stimolati culturalmente, sostenuti affettivamente ed economicamente, sono pronti a rubare le loro idee, il loro ingegno e la loro creatività, ad assorbire e a utilizzare tutto questo come piovre dai mille tentacoli. L’ arte del risucchio si spinge fino alla loro completa affermazione. Poi subentra il rifiuto.
Il loro bisogno di abbandonare la donna è direttamente proporzionale alla cura ricevuta.

Oggi come ieri questo dolore è sempre vivo ed è alla base di tante tragedie.
Clitennestra va forse condannata per aver ucciso Agamennone dopo aver subito ripetuti tradimenti e inganni?

Maria in qualche modo vuole vendicarsi accecata dal suo dolore di sentirsi scaricata come un oggetto che non serve più e Luca non ha alcuna remora o tatto nel dirglielo. Glielo fa capire come se il suo dire non facesse male, come se il suo ignobile comportamento non la potesse toccare perché lei lo ama così tanto da sopportare anche la sua ingratitudine.

Mi viene in mente la canzone di Max Gazzè Cara Valentina quando dice: “Il tempo non fa il suo dovere/ e a volte peggiora le cose”.
E poi ancora: “Che fatica innaturale/perdonare a me stesso di essere io,/ di essere fatto così male” .

Il tempo crea o no legami di riconoscenza e desiderio di continuità?
Ci si può sentire completamente svalutati da un amore?
Luca non è capace di compensare Maria per quanto è riuscito a costruire grazie al suo aiuto e la allontana.
Come un figlio abbandona la madre dopo essersi realizzato, così Luca abbandona Maria per proseguire per la sua strada e andare incontro alla sua nuova vita.
Forse per non attribuirle la riconoscenza che le deve? Forse gli pesa troppo pensare che debba tutto a lei? E perché Maria desidera ancora un uomo disamorato e spietato? Che cos’è davvero per lei?

Un esordio così pieno di interrogativi è un meraviglioso preludio ad altre storie che sanno scavare in profondità.

Germana Urbani

Chi se non noi

Nottetempo, Milano, 2021