Proprio la nostra impronta universitaria, le nostre conoscenze metodologiche nel fare e nello scrivere la Storia, la nostra capacità critica – acquisita negli anni di studio – delle fonti e dei contenuti di esse e il nostro modo di ragionare sulla Storia, aspiriamo siano il marchio con cui farci conoscere e attraverso cui costruire qualcosa di nuovo e originale.
Ma c’è di più. Il nostro progetto ha anche e soprattutto un intento generazionale: ovvero che si connoti come un progetto creato da giovani, studiosi e studenti, che vogliono dare una risposta, attraverso la cultura e il sapere storico, al problema intellettuale e culturale del nostro presente.
Una generazione di accademici o di futuri accademici? Non esattamente. Intendiamo, piuttosto, una generazione di giovani, coscienti del nostro presente storico, con un piede nel passato e uno sguardo di fronte. Ognuno con la propria voce che esprime le sue urgenze di presente.
Il progetto verrebbe quindi ad essere, recuperando il motto della famosa rivista La Voce, prima di tutto “formativo” e non semplicemente “informativo”; formativo per noi, che lo portiamo avanti; ma formativo anche per il pubblico. Sarà un modo per imparare insieme a storicizzare e storicizzarci, a saper cogliere la nostra vita, la nostra quotidianità, nella sua essenza storica e trasmettere la nostra riflessione sulla Storia a coloro che avranno il piacere di leggerci e seguirci.
Il nostro lavoro sarà così l’occasione e lo strumento per riaffermare un certo valore della cultura nella nostra società e della Storia come modo di interpretare la realtà che ci circonda. In questo senso si spiega l’idea di Storia come scienza della totalità, che abbiamo voluto esplicitare con quella bella citazione di Vidal-Naquet, pubblicata come immagine copertina della pagina di Facebook.
L’obiettivo, quindi, sarà prima di tutto ridurre quel gap che tanto si percepisce tra scienza accademica e società: problema che è in primo luogo di linguaggio, di forme espressive, e in secondo luogo anche di finalità ultime.
Le nostre discussioni ci hanno portato a concepire un pensiero fondamentale:
La storia la cercano tutti, nessuno la studia veramente. E questa è colpa anche dell’accademia che non ha saputo adeguarsi a nuovi messaggi e linguaggi.
Ecco: il nostro progetto ha l’ambizione di inserirsi proprio in questo spazio, di creare un ponte per riportare e ridare alle scienze storiche quella comunicabilità che appaiono aver perso abbandonandosi in un certo modo ad uno specialismo fine a sé stesso.
In sostanza, il progetto Parentesi Storiche vuole essere fautore di un’idea di scienza e cultura storica che sia “disinteressata”, libera, capace di suscitare passione e impegno vivo; che sia palestra di spirito critico e allo stesso tempo faccia provare, a noi e al nostro pubblico, quel sentimento di leggerezza e di bellezza che ci pervade quando scopriamo qualcosa, quando il nostro studio e le nostre letture ci illuminano, come per divinazione, una verità che ancora non conoscevamo.