Russian State Library: storia di una Biblioteca dalle origini ad oggi

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Caterina Mongardini, Venezia –

La Russian State Library è una delle più grandi biblioteche pubbliche statali al mondo ma il suo nucleo originario, dal quale nacque nel 1828 e si sviluppò, era infinitamente più piccolo e incomparabilmente povero (solamente 29.710 titoli) se messo a confronto con le dimensioni e la ricchezza della Biblioteca Pubblica Imperiale di San Pietroburgo, l’attuale Biblioteca Nazionale. Il nucleo embrionale della Russian State Library faceva parte di una collezione privata che raccoglieva un numero consistente di opere d’arte e una fornitissima biblioteca. Essa apparteneva ad un illustre intellettuale e politico, il conte Nikolay Petrovich Rumyantsev e dopo la sua morte, avvenuta nel 1826, i suoi eredi decisero di donare la collezione allo stato, fondando il Museo Rumyantsev a San Pietroburgo.

Il museo e la biblioteca furono posti sotto la responsabilità della Biblioteca Pubblica di San Pietroburgo nel 1845 e furono da essa gestiti fino al 1861 quando lo stato decise di spostare tutto il patrimonio librario e museale a Mosca, in un antico palazzo appartenuto alla famiglia Pashkov, diventando il primo museo statale gratuito del paese.
La biblioteca, chiamata Rumyantsev Library fu aperta ufficialmente al pubblico nel 1862, quando lo zar Alessandro II ne approvò la realizzazione, e divenne la prima biblioteca statale pubblica di Mosca: essa ad un anno dalla sua fondazione metteva a disposizione degli utenti poco più di 100 mila titoli e nel 1917 il catalogo contava 1,5 milioni di volumi: tra gli utenti illustri che usufruirono della biblioteca ricordiamo Tolstoj, Dostoëvskij, Chekov e Mendeleev.

La Rumyantsev Library, anche se non riceveva sufficienti finanziamenti dallo Stato, aveva la garanzia di un deposito legale che prevedeva il diritto all’acquisizione di una copia di tutti i libri pubblicati sul suolo russo. La situazione cambiò dopo la Rivoluzione d’Ottobre del 1917.

Subito dopo la Rivoluzione d’Ottobre, i bolscevichi presero il controllo della macchina burocratica e amministrativa dello stato istituendo il Consiglio dei Commissari del Popolo (o Sovnarkom). Il Sovnarkom era diviso in varie sezioni, ognuna delle quali si occupava di una materia in particolare e il Narkompros – ossia, Commissariato del Popolo per l’Istruzione della RSFS Russa (e dell’URSS, poi) – era la sezione che si occupava della gestione delle scuole e della cultura in generale. Il Narkompros, inoltre, era stato incaricato direttamente da Lenin di provvedere ad una riforma radicale del Sistema Bibliotecario russo: infatti Lenin era un vero e proprio estimatore di biblioteche e, avendo avuto modo di visitarne molte durante gli anni dell’esilio, decise che il metodo migliore per organizzare una biblioteca fosse quello “Svizzero-Americano”.

Posto, dunque, che il sistema bibliotecario andasse riformato i bolscevichi si trovarono di fronte ad un problema: la scarsa collaborazione degli intellettuali e degli impiegati che lavoravano nelle università e nelle biblioteche. Essi, per ovviare al problema, misero in atto una sorta di boicottaggio che consisteva nel favorire, apertamente o meno, chi fosse stato disposto almeno ad un compromesso: coloro che avrebbero tollerato (o ancor meglio, aiutato) il Partito nelle riforme, avrebbero avuto un maggior numero di finanziamenti da parte dello Stato.

Anche le biblioteche dovettero prendere parte a questa disputa e il caso della Rumyantsev Library è esemplare. Infatti nel 1918, sotto la direzione della prof.ssa Krupskaja (pedagogista russa e moglie di Lenin), furono create due sezioni del Narkompros che si occupassero rispettivamente della Biblioteca Pubblica di San Pietroburgo e della Biblioteca Pubblica di Mosca, ossia la Rumyantsev Library. Esse sovrintendevano ai lavori e all’organizzazione delle due biblioteche, si occupavano di smistare in quelle statali i volumi requisiti alle biblioteche private e decidevano il peso e il numero dei finanziamenti da indirizzarvi. La Biblioteca Pubblica di San Pietroburgo fu da subito ostile al controllo ferreo operato dal Partito, inimicandoselo; d’altro canto la Rumyantsev Library si dimostrò più accondiscendente e ciò le valse l’apprezzamento del Narkompros che indirizzò a quest’ultima ingenti finanziamenti e le concesse l’acquisizione di un consistente numero di libri (soprattutto requisiti). Lo spostamento definitivo della capitale a Mosca e l’ampliamento della Rumyantsev Library, comportò che essa divenne il centro nevralgico della cultura per il “nuovo corso” comunista e  nel 1925 – in seguito alla morte di Lenin nel 1924 – essa fu ribattezzata “Lenin Library”. Tra il 1927 e il 1929 cominciarono i lavori per la costruzione del nuovo maestoso edificio che ospita tutt’oggi la biblioteca: i lavori del primo progetto continuarono fino al 1945 e tra il 1960 e il 1968 furono commissionati nuovi padiglioni fino a che non assunse le dimensioni e le forme attuali.

La politica sovietica nei confronti di questa biblioteca rimase pressoché invariata negli anni successivi alla morte di Lenin e le modifiche riguardarono l’accessibilità del pubblico a materiale ritenuto pericoloso o deviante rispetto alla dottrina sovietica: l’utente della Russian State Library – come di tutte le altre biblioteche sovietiche – si dovette misurare con una consistente limitazione dei cataloghi dai quali venivano espunti i titoli indesiderati o secretati. Il prof. Edward Kasinec, curatore della Slavic and Baltic Division presso la New York Public Library, in un suo articolo dal titolo A Soviet Research Library Remembered illustra accuratamente quale fu la sua esperienza di ricercatore presso le biblioteche sovietiche tra il 1971 e il 1972 – soprattutto presso la Lenin Library – e di come gli fosse spesso impossibile consultare libri e documenti o perché ritenuti pericolosi dal Partito o perché, in qualità di studioso americano, ospite indesiderato nelle biblioteche stesse.

 

Dopo il collasso dell’Unione Sovietica, la Lenin Library fu ribattezzata nel 1992 come Russian State Library (RSL) e due anni dopo fu firmata dal presidente della Federazione Boris Eltsin la Legge Federale sulle Biblioteche.

La vastità del catalogo della Russian State Library era stata poco percepibile durante il periodo sovietico – poiché la censura aveva reso alcune sezioni inaccessibili – ma oggigiorno la biblioteca può vantare un catalogo che si aggira intorno ai 44.800.000 titoli (ricordiamo che il nucleo iniziale della biblioteca ne conservava circa 29 mila). Inoltre la RSL è costantemente in contatto con organizzazioni internazionali quali l’UNESCO, la Library Assembly of Eurasia (BAE), la International Federation of Library Associations and Institutions (IFLA) e la Internationanal Organization for Strandardization (ISO).

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