(L’Arte tra Parentesi) presenta: astrazione, movimento, colori, emozioni, l’arte “materica” e sensoriale di Martina Tapinassi

martina tapinassi, l'arte tra parentesi, arti visive, artisti italiani, arte contemporaneaMi è sempre piaciuto disegnare, fin da bambina e ho sempre ammirato tutto quello che era forma artistica. Ho girato il mondo, per visitare musei e per conoscere l’arte. Poi nel 2010 mi sono fatta coraggio e ho iniziato a girare il mondo per far conoscere la mia arte. Sono autodidatta, lavoro presso un importante istituto bancario. Disegno per passione, per nascita, per istinto. La mia vita è un dualismo. Ho esposto a Parigi, Londra, Lisbona e Berlino. Ho collaborato con galleristi di Milano, Roma, Firenze.

 

http://www.martinatapinassi.it/

 

 

 

 

 

a cura di
Valentina Quitadamo, Torino –

Le tue opere risentono di una corrente o artista in particolare?

 

I colori sono quelli di Van Gogh, quella voglia di movimento, di luce, di passione. A livello emotivo però, Modigliani è l’artista che più mi sa stimolare, che mi fa riflettere, che mi tira fuori ciò che ho dentro e che riverso sulla tela. Ho anche rivisitato un paio di sue opere, a modo mio.

 

Come nasce l’idea di un’opera e qual è la sua progettualità?

 

Per quanto mi riguarda, essendo la mia pittura prevalentemente astratta, parte da uno stato d’animo. Associo colori, movimento, forme. A quel punto riverso il colore puro sulla tela e tutto il resto viene da se.

 

 

Qual è il messaggio che vuoi lasciare attraverso l’arte?

 

La libera interpretazione dei momenti. Ciascuno sente e interagisce con ciò che ci circonda in modo diverso, unico, guidato dalla sua sensibilità. Un colore può avere tanti significati, muovere tante leve emotive.

 

Passando alle tecniche pittoriche: qual è quella che preferisci, in che modo riesce a far esprimere al meglio il messaggio delle tue opere?

 

La mia pittura è spesso stata definita “materica” da critici e galleristi: non distendo il colore, ne lascio i rilievi grezzi, spesso mischiandolo con stucchi o altri materiali plastici che gli diano spessore, che accentuino la tridimensionalità delle sfumature. Le mie opere vanno si viste, ma soprattutto toccate: ad occhi chiusi pensando ai colori e sentendo i movimenti della superficie, la differenza di consistenza, la diversa temperatura dei materiali. E’ un percorso sensoriale che va al di là del semplice “vedere”.

 

 

La sperimentazione delle tecniche cosa rappresenta per l’artista?

 

Penso che la sperimentazione sia un percorso verso se stessi, una ricerca della propria identità, un collocarsi nel mondo ed esprimerlo agli altri. Riuscire a dire “questa sono io, sono fatta in questo modo, mi approccio al mondo sotto questa forma, ho questo da dare.”

 

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Ci sono delle tue opere che hanno segnato maggiormente il percorso artistico?

 

Sicuramente ce ne sono un paio a cui sono più legata, per motivi diversi. Uno è “20.02.1956”: parla del mio rapporto con mio padre, non sempre lineare. Sono due galassie che si rincorrono all’infinito. Sono tutte sfumature di verde, il colore che rappresenta la parte più intima di me. L’altro s’intitola “Biografia” ed è il mio autoritratto. Ci sono colori caldi, luminosi, vivaci, intervallati da zone scure, ruvide. E’ una tela grande, quadrata che vuole rappresentare tutti gli eventi segnanti della mia vita.

 

 

In che direzione pensi sia proiettata l’espressione artistica?

 

Penso che grazie ai sociale e internet ci sia più possibilità di far arrivare la propria arte in tutto il mondo, renderla un messaggio totalizzante, accessibile e immediato.

 

A chi vorrebbe iniziare un percorso artistico, cosa consiglieresti?

 

Essere se stesso, non piegarsi a ciò che vuole il mercato. L’arte è esistenza, se viene adeguata al mercato perde la vera sostanza.

 

 

 

In questo momento ci sono dei progetti artistici a cui stai lavorando?

 

Vorrei creare un laboratorio multisensoriale che coinvolga persone ipovedenti, per riuscire a far “vedere” i miei quadri anche a loro. La strada è lunga, dobbiamo ancora dialogare con alcuni enti per  partnership e collaborazioni, ma il progetto c’è e voglio portarlo avanti perché sono sicura che avrebbe una grande rilevanza nel campo sociale.