Come gli Stati Uniti influirono sulle elezioni del 1948

Piano Marshall, Democrazia Cristiana, Elezioni politiche 1948, mito anticomunista, Operazione navi più treno

Paolo Felluga, Trieste –

L’Italia che uscì dalla Seconda Guerra Mondiale era un Paese a pezzi. I bombardamenti, l’occupazione nazista e la guerra civile l’avevano ridotta ad un cumulo di macerie. La ricostruzione del Paese fu possibile grazie all’adesione dell’Italia al piano Marshall, un insieme di finanziamenti di provenienza statunitense. L’elargizione degli aiuti economici era strettamente connessa alla situazione politica dei singoli Paesi. L’Italia, che assieme alla Francia ospitava il Partito Comunista più in salute d’Europa, attirava in particolar misura l’attenzione del governo statunitense, che si impegnò con ogni mezzo forzando talvolta la sovranità nazionale italiana – in una lotta senza quartiere all’elemento comunista.

Innanzitutto, il governo americano doveva trovare un alleato affidabile in chiave anticomunista sulla scena politica italiana. Questo impegno era cominciato ancora a guerra in corso e sin da questa fase gli americani riconobbero nell’ambiente cattolico un valido alleato politico. In particolare, Myron Taylor, rappresentante personale di Roosevelt, si recò per la prima volta in Vaticano nel 1942, prima ancora della caduta di Mussolini e dell’ingresso delle truppe alleate in Sicilia. Al termine della guerra, dunque, gli Stati Uniti d’America avevano già individuato l’elemento cattolico come valido alleato in Italia. Dal 1945 l’interlocutore politico in Italia venne identificato nella Democrazia Cristiana.

 

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Fino al 1947 la DC mantenne comunque un rapporto di pacifica convivenza con il Partito Comunista Italiano. Erano soprattutto le questioni del referendum sulla futura forma di governo e la stesura della Costituzione a mettere in secondo piano lo scontro politico. Raggiunti questi obiettivi vi fu una vera e propria svolta, anche in vista delle prime elezioni politiche dell’Italia Repubblicana, previste nel 1948. La Democrazia Cristiana ed il Vaticano, attraverso i loro organi di stampa e con le loro dichiarazioni ufficiali, diedero avvio ad un potente attacco al comunismo. Il partito di estrema sinistra divenne il principale bersaglio politico del discorso democristiano. Nella stampa cattolica i toni uscirono dall’ambito politico e si cominciò a descrivere lo scontro in termini di guerra religiosa: così venivano prospettati scenari apocalittici in caso di vittoria del fronte Democratico Popolare, tanto che, ad esempio, nella Civiltà Cattolica si invocava la venuta della Madonna di Lepanto a difesa degli uomini buoni contro l’aggressività del comunismo. Luciano Trincia, in un articolo apparso nella rivista Studi Storici nel giugno 1987 – La civiltà cattolica, la democrazia “Naturaliter christiana” e la paura del comunismo (1943 – 1948) – ha riportato un passaggio di un contributo scritto poco prima del 18 Aprile 1948 da padre Riccardo Lombardi, impegnato a Milano nella Crociata della bontà, una serie di predicazioni che si tenevano in Lombardia ma che, attraverso la radio, arrivavano a portata nazionale:

 

«Nell’ora grave che volge, e dinanzi ai prossimi eventi ancora più gravi, il Papa ha lanciato una formula: “con Cristo o contro Cristo”; non c’è che una scelta da fare ed è una scelta religiosa […]. Guai a chi non si pronunzia con Cristo, egli è contro Cristo, e Cristo lo atterrerà».

 

L’impegno contro il comunismo doveva diventare la principale fonte di legittimazione della DC agli occhi degli Stati Uniti e, in un quadro più ampio, della presenza dell’Italia nel blocco occidentale. Insieme alla creazione di un vero e proprio mito anticomunista si procedette dunque all’elogio dell’amico americano: i due popoli – quello italiano e quello americano – erano presentati come amici naturali, simili, con comuni valori e prospettive future. Una vera e propria operazione propagandistica che, attuata in stretta collaborazione tra Italia e Stati Uniti fu chiamata Operazione navi più treno. In tutti i media cattolici si affiancarono all’iniziativa prevista dal piano Marshall alcune – vere o presunte – iniziative private. Esse erano presentate come spontanee partecipazioni popolari e venivano raccontate in forma di aneddoti. Ne sono esempi i racconti sul capo indiano delle montagne rosse che offre carri di frumento al popolo italiano e l’italo americano che regala alcuni autocarri di frumento, avvalorando l’amicizia tra i due popoli. La stampa italiana cavalcò l’onda degli aiuti americani in arrivo, riportando cifre altissime ma prive di qualsiasi fonte autorevole.

 

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Negli articoli l’arrivo delle navi, delle merci e del denaro veniva descritto nei minimi particolari e con largo anticipo, ma ricorrendo sempre alla forma di cronaca. In tal maniera i media cattolici pubblicizzavano le centinaia di navi già approdate, le molte decine in viaggio, le quantità esorbitanti di cibo, di carbone, di medicinali e di sementi pregiate: era una vera e propria celebrazione della parabola dell’abbondanza. La coreografia dell’approdo delle navi continuava anche nella descrizione del viaggio del “treno dell’amicizia”, il treno sul quale venivano caricate le merci per essere portate in tutta Italia. L’approdo della nave, il programma preventivo con l’elenco delle autorità presenti, dell’accoglienza festosa alla presenza di folle esaltate e delle forze armate al gran completo, di bandiere, di musiche; la partenza del treno, l’itinerario attraverso le grandi città italiane: tutto era descritto nei minimi particolari.

Anche se nella realtà fossero arrivate in tutto 92 navi, nonostante tutti gli aneddoti riportati fossero completamente inventati e neppure, in molti casi, verosimili (come la storia dell’italo americano che vendeva letteralmente la propria camicia pur di spedire qualche aiuto al popolo italiano), tutto ciò non contava. Ciò che contava era invece la forma della notizia, quella della cronaca, che si avvaleva anche di dettagli numerici e statistici, difficilmente verificabili dal lettore e che venivano dunque presi per veri.

Attraverso l’uso quotidiano di tecniche che mistificavano la realtà e con l’introduzione di un vero e proprio mito – quello dell’amico americano – che trovava la propria ragion d’essere nell’ottica di uno scontro con un nemico demonizzato, si instaurarono profondi convincimenti nella popolazione italiana. Ad esempio, la DC cambiò il proprio giudizio sulla Resistenza appena conclusa, che venne presentata, anche attraverso la super-esposizione dei processi ai partigiani, uno scontro crudele e fratricida, paragonata alle violenze fasciste.

 

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Questa visione, amplificata dai giornali e dalle radio, trovò terreno fertile in larghe parti della popolazione, sia tra quei pochi che erano ancora convinti della bontà del fascismo – almeno per quanto concerneva la lotta al comunismo – sia tra i numerosissimi moderati e cattolici, che avevano posto nella Democrazia Cristiana la loro totale fiducia. L’utilizzo su vasta scala di notizie mistificate e di toni apocalittici ha avuto dunque un ruolo centrale nella frattura insanabile che si creò nella popolazione italiana la quale, con l’intensificarsi delle crisi internazionali e con il prolungarsi dell’isolamento politico del PCI, avrebbe conosciuto la violenza di piazza negli anni ’60 e ’70.

La propaganda filoamericana e la promessa degli aiuti economici ebbero, nel breve periodo, l’effetto sperato. Il risultato fu positivo, perché la Casa Bianca sperimentò le proprie capacità di influenza fuori dai propri confini tanto da condizionare le vicende interne di altri Paesi, anche attraverso l’utilizzo di strumenti non convenzionali. L’Italia entrò a far parte del blocco occidentale, la DC stravinse le elezioni del 1948 e ebbe poi modo di governare pressoché indisturbata nella prima decade del secondo dopoguerra. Tuttavia, il 30% raggiunto dal Fronte Popolare, al cui interno il PSI era in forte difficoltà – in seguito alla scissione tra Nenni e Saragat – e predominava l’elemento comunista, preoccupava molto le alte sfere della Casa Bianca. L’impegno americano nella politica italiana ed europea era, in ogni caso, solo agli inizi

LE LETTURE CONSIGLIATE:

  • M. Del Pero, L’alleato scomodo. Gli USA e la DC negli anni del centrismo, Roma, Carocci, 2001
  • G. J. Ikenberry, Leviatano liberale. Le origini, le crisi e la trasformazione dell’ordine mondiale americano, Torino, UTET, 2013
  • M. Isnenghi, «Alle origini del 18 Aprile. Miti, riti, mass media» in M. Isnenghi e S. Lanaro (a cura di), Democrazia Cristiana dal fascismo al 18 Aprile. Movimento cattolico e Democrazia cristiana nel Veneto tra il 1945 e il 1948, Venezia, Marsilio, 1978
  • L. Trincia, La civiltà cattolica, la democrazia “Naturaliter christiana” e la paura del comunismo (1943 – 1948), in «Studi Storici», anno 28, n.2 (aprile – giugno 1987)