«Perché chiamare cammini i solchi del destino?». Paco Roca e il graphic novel: un nuovo modo di raccontare la Storia

Paolo Perantoni, Verona –

Può un graphic novel – o un fumetto si sarebbe detto un tempo – essere allo stesso tempo un’opera d’arte grafica e uno strumento di divulgazione storica?

La risposta è sì se a produrlo è un artista che riesca a unire la ricerca storica, bibliografica e documentale, alla capacità narrativa grafico-simbolica, ma non per questo banale, tipica del graphic novel.

L’artista in questione è lo spagnolo Paco Roca – la sua opera si intitola I solchi del destino e il suo intento è recuperare una parte di una storia recente che in Spagna non si conosce o non si vuol conoscere, in particolare dalle nuove generazioni.

 

 

La penna e il pennello di Paco Roca ci immergono da subito in un drammatico evento storico: è il 28 marzo 1939 quando nel porto spagnolo di Alicante più di 15 mila persone attendono una nave che possa dar loro una speranza di sopravvivenza. Valencia e Cartagena sono intatti cadute sotto i colpi delle truppe franchiste e dei loro alleati fascisti, quest’ultimi si stanno avvicinando velocemente ad Alicante per farla finita con la Repubblica spagnola e quanti la sostengono.

Siamo ormai allepilogo della guerra civile spagnola, ma è l’inizio di quella che passerà alla storia come La Retirada republicana, ossia lesodo dal territorio spagnolo dei combattenti antifascisti che cercarono di riparare in Francia per fuggire alla repressione franchista.

II protagonista della storia, Miguel Ruiz, è tra i pochi che riescono fortunosamente a imbarcarsi sul piroscafo Stanbrook, il quale, dopo aver forzato il blocco navale di Alicante, intraprende la navigazione verso Orano, Algeria francese, attraversando le acque in cui incrociano gli u-boot.

Ma prima che gli esuli sbarchino in Nordafrica ecco che la narrazione principale si interrompe: Paco Roca sceglie infatti di raccontare la storia con continui cambi temporali: si passa da un tempo passato – con tavole dettagliate e colorate sebbene sbiadite – a un tempo presente caratterizzato da un disegno più abbozzato e in bianco e nero.

 

 

Si intrecciano così due storie: quella del fuggiasco Miguel, e quella di Paco che si mette sulle sue tracce come uno storico, prima attraverso i libri e i documenti fino poi a “stanare” il vecchio Miguel dall’isolamento – sia fisico che psichico – in cui si è rifugiato.

L’anziano dapprima non ne vuol sapere di raccontare la sua storia: Paco deve combattere la sua diffidenza e l’assurda credenza di Miguel che la memoria di quel che accadde non serva a nessuno. Ma alla fine Miguel cede e la sua storia, intervallata dalle domande di Paco, può continuare.

In Algeria gli esuli spagnoli devono fare i conti dapprima con le condizioni miserevoli del paese nordafricano e poi con linvasione tedesca della Francia e la conseguente creazione del regime di Vichy. Alcuni riescono a fuggire, altri vengono internati e devono aspettare la liberazione da parte degli Alleati.

Molti tra questi decidono di unirsi alle forze alleate sotto l’emblema del governo francese di De Gaulle. Così in seno alla 2° Divisione Blindata della Francia Libera – guidata dal famoso generale Philippe Leclercsi crea, tra le altre, la 9° compagnia soprannominata La Nueve; era formata quasi esclusivamente da veterani spagnoli comunisti, socialisti e anarchici.

Anche se ufficialmente guidata dal capitano francese Raymond Dronne, la compagnia poteva vantarsi di avere come secondo ufficiale Amado Granell, stimato comandante spagnolo che verrà insignito a guerra finita addirittura della Légion d’Honneur.

Il lettore è quindi trasportato sui campi di battaglia, prima in Nordafrica e poi in Europa, la Nueve si distingue sempre di più non solo come una compagnia disciplinata, ma anche tra le più risolute a combattere il nazifascismo. Per il coraggio dimostrato in combattimento le spetterà infine lonore di aprire la grande parata trionfale lungo gli Champs-Élysées una volta liberata Parigi.

 

 

Questo graphic novel è il risultato di lunghe ricerche storiche portate avanti da Paco Roca durante gli ultimi anni, studi che sono iniziati a partire dall’incontro con un altro libro che lo spagnolo conobbe per caso a Parigi presso la sede dell’Istituto Cervantes: si trattava del testo della giornalista Evelyn Mesquida: La Nueve. Los españoles que liberaron París.

A partire da questo libro iniziano per Paco le ricerche storiche sulla Nueve e la scelta di un protagonista citato spesso per le sue gesta in battaglia – Miguel Ruiz – ma di cui si perdono le tracce durante la guerra, Ruiz diviene un desaparecido e di lui non si avranno più notizie.

Ne esce così un romanzo storico in forma di fumetto, dove mai compare una retorica bellica, sebbene racconti quella che in molti hanno definito una “guerra giusta”. Emerge semmai la complessità e lorrore del conflitto, la sospensione di ogni regola civile e la disumanizzazione di un nemico da abbattere a tutti i costi; è quella che si potrebbe definire la visione distorta del combattente, impossibile da capire “da fuori”, e che Miguel preserva con passione.

La storia di Miguel è quindi ben lungi dall’essere un sicuro cammino verso una meta, assomiglia per l’appunto a quel solco del destinodi cui parlava il poeta spagnolo Antonio Machado che morì – probabilmente di stenti – nella lunga fuga a piedi verso la Francia una volta caduta la Repubblica: “Perché chiamare cammini i solchi del destino?”.

P. Roca,
I solchi del destino,
traduzione di F. Gnetti
Latina, Tunué, 2013
pp. 326