Breve storia degli Accadi. Re Sargon e il primo grande impero del mondo antico

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Lorenzo Domenis, Verona –

L’età antica ha visto la presenza di numerose compagini imperiali capaci di imporre il proprio dominio su ampi territori e svariate popolazioni. Sui banchi di scuola ci viene insegnato che il primo impero del mondo antico fu l’impero di Akkad (in realtà vi furono compagini proto-imperiali sumere che precedono quella accadico), fondato dal celebre re guerriero Sargon (2235 a.C. e il 2280 a.C. circa), che si estendeva su buona parte dalla Mesopotomia, spingendosi fino al Golfo Persico.

Chi era Sargon? Sargon si ritagliò un ruolo nello scenario politico mesopotamico come “uomo nuovo” dal passato alquanto oscuro: forse era figlio di un giardiniere, di origini settentrionali. Per colmare questa lacuna, la tradizione gli ha attribuito le origini più disparate e fantasiose, tra cui spicca una presunta carriera da coppiere del re di Kish (antica città sumera situata nell’attuale Iraq); poco si sa anche riguardo sua ascesa al trono e sulla scelta di Akkad come centro dell’impero. In sintesi, la figura di Sargon poggia su un background nebuloso e quasi “mitico”, anche perché non possediamo le iscrizioni originali prodotte dalla sua corte imperiale, bensì solo copie di epoca paleo-babilonese realizzate nel contesto di esercitazioni scolastiche per futuri scribi.

 

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Sargon

Ad ogni modo, è possibile ricostruire la parabola del regno di Sargon. Mario Liverani, nel volume Antico Oriente. Storia società ed economia, suddivide la vita di Sargon in tre fasi. Nella prima, Sargon è già sovrano di Kish, come testimoniano i primi monumenti fatti erigere dal sovrano, che considera come sua capitale (la scelta di Akkad è quindi posteriore). Da Kish, il sovrano mosse una grande campagna militare verso sud, spingendosi fino all’area del Golfo Persico, grazie alla quale riuscì a sconfiggere il re di Uruk, una delle città sumere più antiche e potenti dell’area, e gli altri ensi – i sovrani sumerici, letteralmente “signori dei terreni agricoli” – delle città sumeriche. Sargon si vanta di aver vinto oltre 34 battaglie campali e sottomesso 50 ensi fino a “lavare nel mare inferiore le sua armi grondanti di sangue pronte per essere rinfoderate”.

La spedizione fu un grande successo, tanto che proclamò la sua sovranità dal mare inferiore al mare superiore, riconoscendo tuttavia che gli Accadi detengono il potere solo nella fascia inferiore, mentre restano indipendenti le città di Elam, regno situato nell’area dell’attuale confine Iran-Iraq, e di Mari, antico nucleo urbano siriano. Questa prima fase di espansione, che comportò anche lo spostamento della capitale, segnò l’inizio dell’ascesa degli Accadi, popolo semitico originario della Mesopotamia settentrionale, e la crisi delle grandi città sumeriche e delle loro dinastie. La cultura e la lingua semitica si radicarono con forza nel contesto mesopotamico, tanto che l’accadico diverrà una vera e propria lingua franca, utilizzata anche nei secoli successivi, per redigere trattati internazionali e commerciali che coinvolgevano popoli mesopotamici ma anche di altre realtà geografiche vicine, come gli anatolici Ittiti e gli Egizi.

 

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Manufatti di età accadica (2350-2150 a.C.)

Dopo questa prima fase di espansione militare, Sargon avviò un periodo di assestamento e di organizzazione commerciale, imbastendo rotte ad ampio raggio. Oltre la foce dell’Eufrate, nel mare inferiore, i paesi di Dilmun (attuale Bahrein), Matagan (Oman) e Melukhkha (valle dell’Indo) fanno affluire le loro navi e i loro prodotti fino alle banchine del porto fluviale di Akkad. In direzione opposta, risalendo l’Eufrate verso nord, Sargon deve personalmente arrestarsi presso la città di Tuttul; qui però il dio Dagan – importante divinità del pantheon simitico noto anche come Dagon – gli concede l’accesso alle risorse di Mari, Yarmuta ed Ebla, e del “paese alto” fino alla foresta dei cedri e alle montagne d’argento, ossia le catene montuose del Tauro e dell’Amano. Sargon appare, dunque, piuttosto realistico: il suo controllo diretto va Tuttul alla sponda mesopotamica del Golfo Persico, mentre la sua vasta rete commerciale si estende dal mar Mediterraneo e dall’Anatolia fino alla valle dell’Indo. Il mero potere militare e politico si affianca, quindi, al potere commerciale.

Una terza fase gettò i presupposti per l’azione dei successori di Sargon e vide, inoltre, nuove campagne militari. Sargon si scontrò con Elam e con altre città che, seppur sconfitte dalle forze accadiche, riuscirono a conservare la propria autonomia. Appare evidente come l’espansione di Akkad non potesse non collidere con la sfera di influenza degli Elamiti, dove la dinastia di Awan era a capo di un aggregato di stampo federale che abbracciava gran parte dell’altopiano iranico, rivaleggiando per estensione (se non per puro potenziale demografico e produttivo) con l’impero di Akkad. Nonostante la vittoriosa spedizione di Sargon, le due potenze regionali continuarono a fronteggiarsi, con rischiose interferenze sia territoriale in bassa Mesopotamia che commerciali nella zona del Golfo.

Alla morte di Sargon, l’impero passò al figlio Rimush che dovette fronteggiare diverse rivolte interne, tra cui spiccano quelle delle città di Ur e Lagash, e nuovi conflitti con Elam e i suoi alleati. Anche il terzo successore di Sargon, il suo secondogenito Manishtusu, condusse diverse campagne militari in direzione dell’altopiano iranico e dell’area della Susiana.
Con Naram-Sin, figlio di Manitshtusu, l’impero accadico toccò il culmine della propria espansione. Naram-Sin, così come il nonno Sargon, diverrà un modello di sovrano nella letteratura storiografica posteriore.

 

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Stele di Naram Sin

 

Se Sargon aveva sottomesso la Mesopotamia centro-meridionale, se Rimush e Manishtusu avevano ridimensionato la sfera d’influenza elamita, Naram-Sin si espanse soprattutto verso nord e nord-ovest, realizzando davvero quel dominio “da mare a mare” accarezzato da Sargon e così importante sul piano ideologico. Tra le imprese del nipote di Sargon, possiamo citare la distruzione di Ebla che venne tramandata con dovizia di particolari e con grande enfasi. Grazie alle ricerche archeologiche, è stato possibile appurare come Ebla fosse una delle città più ricche dell’area mesopotamica, ciò rende più comprensibile il vanto del sovrano accadico. Con il decesso di Naram-Sin iniziò un periodo di crisi per l’impero, che cominciò a deteriorarsi, pur mantenendo una notevole estensione fino alla vigilia della fine. La pietra tombale sulla creazione di Sargon, e dei suoi eredi, verrà posta dalla popolazione seminomade dei Gutei, che le fonti sumere descrivono come barbara e quasi animalesca secondo il topos del nomade non umano, attorno al 2100 a.C.

Dopo aver offerto un quadro generale dell’ascesa e la caduta dell’impero accadico, può sorgere una comprensibile domanda: perché si parla di impero e non di semplice regno di Akkad? La risposta è fornita, in primis, dalle modalità con cui Sargon esercitò la propria autorità. Egli si definì come “rappresentante del potere del dio Enlil sulla Terra”. Enlil, nel pantheon mesopotamico, era il re degli dei, nessuno era suo pari allo stesso modo in cui, sulla Terra, nessun sovrano era pari di Sargon. Oltre ai magniloquenti proclami, Sargon applicò una politica accentratrice: egli nominava gli ensi delle città conquistate, esercitando così un’influenza diretta. Inoltre, la corte di Akkad era il cuore amministrativo, commerciale e culturale dell’impero, nessun’altra città godeva di un prestigio simile. In tutto questo, non va tralasciata l’importanza dell’esercito. L’efficiente esercito accadico, che contava oltre cinquemila uomini, fu sempre lo strumento privilegiato per espandere l’influenza di Sargon, che fondò il proprio impero grazie alla forza militare piuttosto che alla mera politica.

In sintesi, Sargon fu un sovrano conquistatore e dedito alla battaglia prima che un amministratore solerte, e questo tratto caratteriale non lo abbandonò mai. Il prediletto di Enlil, condusse campagne militari fino agli ultimi giorni della sua esistenza. Tuttavia, il lascito più importante dell’impero di Sargon non fu tanto l’apparato militare bensì, come abbiamo già evidenziato, l’aver elevato l’accadico al ruolo di lingua franca grazie alla quale vennero intrecciati importanti rapporti commerciali e diplomatici che collegavano la Mesopotamia all’Anatolia e all’Egitto ossia i tre grandi centri dell’Oriente dell’Età del Bronzo.

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1 thought on “Breve storia degli Accadi. Re Sargon e il primo grande impero del mondo antico

  • Buongiorno,
    Ottimo articolo
    Sì parla dell’esercito accadico, come apparato estremamente efficiente. Si può sapere di più sulla sua organizzazione, o esistono testi che possono soddisfare questo quesito?
    Grazie

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