Indagini sul Sacro: Mircea Eliade e la spiritualità del mondo contemporaneo

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Giulia Roncari, Verona –

In apertura del libro Occultismo, stregoneria e mode culturali. Saggi di religioni comparate edito da Lindau (2018), Mircea Eliade (1907-1986), studioso e autore romeno dalla fortuna altalenante, si chiede cos’abbia da dire lo storico delle religioni sul mondo a lui contemporaneo . Molto più di quanto ci si possa aspettare, verrebbe da rispondere dopo aver affrontato la lettura dei sei capitoli che prendono in analisi i più disparati temi: dalle riflessioni sulla morte all’accostamento del trinomio spirito-luce-vita nella millenaria tradizione orientale, dalla diffusione degli oroscopi alla cosmogonia racchiusa in una capanna.

Il libro è infatti il risultato di una selezione di materiali utilizzati dall’autore per conferenze, discorsi e articoli nel decennio 1965-1975.  La distanza temporale è talvolta percepibile nella lettura, ad esempio quando per “società contemporanea” s’intende quella a cavallo degli anni ‘60 e ’70; o come quando Scientology viene definita una “nuova religione”. Tuttavia , l’occhio critico che osserva i fenomeni da un’angolazione pregna di prospettive spirituali è sorprendentemente attuale. Inoltre, la perenne validità delle tesi espresse non sta nel contesto descritto quanto invece nel metodo di analisi. Lo sguardo acuto e profondo di uno storico  come Eliade riesce a trarre significati religiosi sommersi anche analizzando correnti artistiche, la popolarità di riviste esoteriche oppure semplici consuetudini apparentemente slegate da qualsivoglia implicazione spirituale. È questa ricerca di un significato profondo che lega e tiene insieme i  capitoli eterogenei della raccolta.

 

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L’attenzione  alla mitologia ci indica come in ogni cultura il mondo sia comunemente inteso quale spazio sacralizzato per l’essere umano, in quanto derivato da un atto di creazione divino. La città e la casa stessa sono una copia in scala minore della creazione originaria, riproducendo in una matriosca cosmogonica l’opera divina in microcosmi via via più piccoli ma che circondano in maniera sempre più significativa lo spazio vitale dell’individuo.

Da queste riflessioni emerge quindi il Sacro come sfondo e motore di ogni azione umana, al di là di background religiosi o mere disquisizioni teologiche; l’autore fa riferimento alla dimensione sacrale connaturata all’uomo in ogni epoca e in ogni civiltà,scava nella stratificazione dei significati arrivando fino all’archetipo ben custodito nel vasto e multiforme serbatoio mitologico. Attraverso un continuo rimando comparativo mette in relazione le informazioni più disparate trovando un legame anche in quelle che apparentemente sembrano distanze abissali. Cosa ha a che fare, ad esempio, l’Ulisse di Joyce con alcuni miti australiani dell’eroe totemico? Oppure le teorie australiane della reincarnazione e l’anamnesi con il filosofo greco Platone? Le risposte non vanno cercate in un parallelo strutturale, ma il percorso è compiuto nell’asse verticale, sprofondando nel senso originario fino a trovarne l’essenza: solo così si noterà una straordinaria affinità nel significato primigenio da cui può dipanarsi un’opera, come pure un mito o un rituale.

Esemplificativi sono i capitoli in cui viene presa in esame la società contemporanea allo studioso: vi affiora l’immagine di una collettività insoddisfatta delle istituzioni esistenti e in particolare di una religione che non risponde più ai suoi bisogni. Questa perdita di senso dei valori morali e il rifiuto delle strutture sociali investono l’individuo e con esso la collettività, fino a inglobare l’intera storia dell’umanità. Ne emerge un essere umano “desacralizzato”: ogni individuo anela a  una dimensione in grado di restituirgli un significato ontologico, per quanto incomprensibile razionalmente, in un mondo privo di significato; tende al raggiungimento di una beatitudine originaria da ricercare nelle radici dell’essere umano e in quella forza creatrice e vitale che sta all’origine di tutto. Da qui la ricerca di ciò che sta “oltre” i significati e i valori presenti, sia sotto forma di trasgressione e riscoperta di pratiche e visioni non conformi alla norma, sia con la ricerca costante di rituali volti a risvegliare pulsioni ancestrali, tanto antiche e svuotate del loro senso originario da apparire nuove.

Ecco quindi che il diffondersi dell’occultismo appare come una risposta a delle necessità profonde, collettive. Non è solo una ribellione all’establishment, quella che ha investito i giovani negli anni ‘60 e ‘70, è qualcosa di più: è la ricerca di metodi di salvazione alternativi a quelli ufficiali e insoddisfacenti, da riscoprire nelle pratiche bandite (astrologia, magia, alchimia), o lontane dal cristianesimo  (Yoga, tantrismo, zen). Il bisogno di renovatio individuale e collettiva – leitmotiv che ricorre  in vari capitoli – è indice “dell’insoddisfazione, degli impulsi e delle nostalgie dell’uomo occidentale”. E questa insoddisfazione si riduce a una ricerca di qualcosa al di sotto della superficie, qualcosa che altro non è se non la dimensione sacrale.

Per questo ogni capitolo prende in esame un aspetto diverso, una delle eventuali strade che conducono all’origine. Inoltre, attraverso una seppur parziale disamina del fenomeno in questione, Eliade tesse sapientemente i fili delle sue riflessioni fino a convogliarli nella sintesi. Si tratta quindi di pochi assaggi che tendono a suscitare il nostro interesse più che a soddisfare la curiosità; in ogni caso è questo un libro che risulta piacevole e chiaro anche per chi non si fosse mai approcciato prima a tali tematiche . Unica eccezione il sesto capitolo (Spirito, luce e seme) che può risultare ostico per la conoscenza sottintesa della vasta e simbolica filosofia vedica e tantrica, nonché per la generosità di termini specifici. Le eventuali lacune sono allora compensate dal continuo rimando alle note che presentano un ricco apparato bibliografico, accuratamente aggiornato per questa nuova edizione. Ancora una volta Mircea Eliade dimostra perciò quanto la sua opera sia attuale: e questo grazie al suo sguardo, che attraverso l’osservazione della società mira a individuare l’archetipo in una dimensione atemporale e quindi universale.

 

M. Eliade
Occultismo, stregoneria e mode culturali. Saggi di religioni comparate
Torino, Lindau, 2018
pp. 212