Irish Brigades: il sangue irlandese nella Guerra di Secessione americana

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Paolo Perantoni, Verona –

Nel 1860, con l’elezione a presidente degli Stati Uniti d’America del repubblicano Abraham Lincoln, noto tra le altre cose per la sua posizione anti schiavista, la politica interna americana fu attraversata da una profonda frattura che culminò, tra il dicembre 1860 e il febbraio 1861, nella secessione degli stati del sud. Sebbene la schiavitù non fosse stata ancora bandita nell’unione, infatti, i rappresentanti democratici della cosiddetta Dixie’s Land avevano colto che era in moto un processo di emancipazione che avrebbe messo in ginocchio l’economia dei loro stati, che si fondava sui grandi latifondi coltivati dagli schiavi. La frattura, giudicata impossibile da ricucire per via diplomatica – entrambe le delegazioni infatti si aggrappavano agli articoli della costituzione per legittimare le proprie posizioni – portò al conflitto armato a partire dall’aprile del 1861, quando i confederati attaccarono il forte di Sumter nei pressi di Charleston.

Con la dichiarazione di guerra, entrambi gli schieramenti iniziarono a reclutare soldati volontari, non esisteva infatti una leva obbligatoria, e tra questi molti furono gli irlandesi, dato che rappresentavano uno dei maggiori gruppi etnici presenti in nord America.

Al nord

La formazione irlandese più conosciuta fu la cosiddetta Irish Brigade, costituita inizialmente da tre battaglioni provenienti da New York, erano il 63rd, l’88th e il 69th; quest’ultimo, guidato dal colonnello Micheal Corcoran, si guadagnerà sul campo l’appellativo di Fighting 69th. La Brigata si costituì nel settembre del 1861 attorno a questi tre battaglioni, a cui si aggiunse presto il 29th Massachusetts, che era però composto da yankee protestanti di origine inglese, i quali mal digerivano di combattere e morire fianco a fianco a degli irlandesi, vieppiù se cattolici. Poco dopo la battaglia di Antietam (17 settembre 1862), esso sarà sostituito dal 28th Massachusetts, che era composto in larga parte da immigrati irlandesi; alla Brigata si aggiungerà da ultimo il 116th Pennsylvania. La 69th ebbe il battesimo del fuoco nella prima grande battaglia della guerra di secessione, quella di Bull Run (o First Massias); fu una delle poche unità dell’Unione a non andare in rotta, ritirandosi in maniera compatta e coesa e diventando per questo famosa in tutta l’Armata del Potomac (Army of Potomac).

Durante tutta la guerra, la Brigata fu fortemente improntata su base etnica, con comandanti irlandesi di grande carisma ma dal “discutibile passato”, come Thomas F. Meagher. Meagher era il leader degli Young Irelanders durante la fallita ribellione del 1848, che gli costò la condanna a morte sancita dal governo di sua maestà, poi commutata in reclusione in Australia. Nel 1852 riuscì a fuggire, spostandosi a New York dove studiò legge e scrisse appassionati articoli per la causa irlandese. Allo scoppio della guerra entrò nell’esercito dell’Unione e messo a capo della Irish Brigade come brigadiere generale. I vertici di Washington avevano scelto lui per due motivi principali: unire gli irlandesi nella causa unionista e, allo stesso tempo, colpire politicamente l’Inghilterra, rea di favorire la Confederazione.

Dopo aver partecipato alla battaglia di Fair Oaks ed essere usciti dai Seven Days Battles, gli irlandesi della Irish Brigade si fecero valere nella già citata battaglia di Antietam: uno scontro sanguinoso che lasciò sul campo 23 mila caduti e che ridusse del 60% gli effettivi degli irlandesi. La battaglia fu rivendicata come vittoria unionista e diede a Lincoln la scusa per emanare il cosiddetto Trattato di emancipazione, un controverso atto che garantiva l’abolizione della schiavitù – a partire dal 1863 – in tutti gli Stati Uniti, ad esclusione però dei quattro border states che non avevano aderito alla secessione (Kentucky, Missouri, Maryland e Delaware) e a 48 contee della Virginia.

L’Irish Brigade ebbe a soffrire ancora maggiori perdite durante la battaglia di Fredericksburg, di cui parleremo più tardi, i suoi effettivi passarono da 1600 a 256 e si ridussero ancora nelle successive battaglie senza che Meagher ottenesse il permesso di reclutare altri uomini. Dopo l’ennesimo rifiuto dei vertici militari, Meagher si dimise e al suo posto fu messo il colonnello Patrick Kelly, che guidò la Brigata nella battaglia di Gettysburg, dove perirono altri 198 uomini dei 532 che vi presero parte.

Sempre più ridotta, la Brigata passò numericamente a essere un reggimento; dopo la morte del suo ultimo comandante, Richard Byrnes, essa fu sciolta e accorpata ad altre brigate della 1st Division. Sul finire della guerra una seconda Irish Brigade fu ricostituita mantenendo i cinque battaglioni iniziali con l’aggiunta di uno di artiglieria pesante fino al luglio del 1865.

Complessivamente l’Irish Brigade fu la terza unità a subire più perdite in tutta la Guerra di Secessione, dietro al 1st Vermont Brigade e all’Iron Brigade del Winsconsin.

Un altro caso in cui si può ritrovare un’analogia con la Irish Brigade è quello del reggimento Washington Blues, proveniente da St. Louis, dove serviva la Missouri Volunteer Militia, che in seguito cambiò nome in Missouri State Guard, tale unità era completamente formata da volontari irlandesi e comandata dal connazionale colonnello Joseph Kelly, già veterano dell’esercito inglese.

 

Al sud

Sebbene nell’esercito della Confederazione gli irlandesi non fossero numerosi come al nord – si stimano 30 mila tra i confederati a fronte dei 150 mila tra gli unionisti – essi erano ben rappresentati nei ranghi dell’esercito in grigio: basti pensare che ben sei generali confederati erano di origine irlandese, e molti erano i colonnelli. Curiosa, quanto significativa, la vicenda dei fratelli McIntosh, James era generale delle truppe confederate quando trovò la morte nella battaglia di Pea Ridge (6-8 marzo 1862), dove le truppe dell’unione riuscirono a strappare l’Arkansas alla confederazione. Il fratello, John B. McIntosh, servì come secondo tenente tra gli unionisti.

Al sud, però, gli irlandesi non erano raggruppati, combattevano infatti in unità diverse come la Charleston Irish Volunteers, la 24th Georgia Volunteer Infantry guidata dal generale Thomas Reade Rootes Cobb. Gli irlandesi che vivevano nel Tennessee confluirono nella 10th Tennessee Infantry Regiment; anche i rinomati Louisiana Tigers potevano contare un gran numero di irlandesi tra le loro fila. Alcune fonti sostengono che il celebre “rebel yell”, ovvero l’urlo di guerra – simile a quello dei nativi americani – che i confederati erano soliti lanciare durante gli assalti, ed impiegato per la prima volta durante l’attacco nella vittoriosa battaglia di Bull Run, sia iniziato dalla Company E, Emerald Guard, del 33rd Virginia Infantry della Stonewall Brigade, un’unità composta da volontari irlandesi. Questa “dispersione” dei volontari irlandesi nelle varie unità – alcuni servirono anche in marina – fece sì che gli irlandesi confederati prendessero parte a tutte le principali battaglie della confederazione.

Ci furono altre occasioni in cui gli irlandesi di ambo gli schieramenti si trovarono faccia a faccia, la più importante fu la battaglia di Fredericksburg (iniziata l’11 dicembre 1862).

 

A Fredericksburg

Passata alla storia per essere stata la prima battaglia di trincea, Fredericksburg fu una vittoria dei confederati guidati dal generale Robert Edward Lee, i quali riuscirono a fermare un nemico due volte superiore di numero. Gli assalti continui alle posizioni trincerate dei confederati portarono a più di 12 mila tra morti e feriti tra gli assalitori, una chiara – quanto macabra – anticipazione di quella che sarebbe stata la guerra di trincea in Europa cinquant’anni più tardi.

Durante la battaglia, gli uomini della Irish Brigade di Meagher si scontrarono con un reggimento irlandese, il 24th Georgia Volunteer Infantry, guidato dal brigadiere generale Thomas Reade Rootes Cobb. In entrambi gli schieramenti militavano giovani irlandesi appartenenti alla stessa associazione, la Irish Republican Brotherhood – la fratellanza irlandese che negli Stati Uniti organizzava la ribellione armata in Irlanda al fine dell’indipendenza e dell’instaurazione della repubblica.

Temendo che i “suoi irlandesi” non se la sentissero di combattere contro i loro stessi confratelli, il generale Lee mandò altre truppe di supporto alla trincea difesa dagli uomini di Cobb. Non ce ne fu bisogno: Cobb e i suoi decimarono a suon di fucilate i loro consanguinei ben prima che arrivassero i rinforzi; dall’altra parte gli uomini di Meagher non si arresero e continuarono a combattere. In questa battaglia Lee apostrofò il 69th come Fighting 69th, un appellativo che il reggimento si porta ancora oggi appresso (il 69th fa parte della New York National Guard).

Del contributo in termini di sangue e sacrificio, da ambo le parti, degli immigrati irlandesi rimangono oggi i classici ceppi commemorativi nei pressi delle località in cui si svolsero le grandi battaglie della Guerra di Secessione. Ma, come spesso accade nella storia irlandese, le imprese e le gesta degli uomini d’Irlanda vengono affidate alla musica e alle ballate: ecco quindi che la canzone unionista Union Irish Volunteers (https://www.youtube.com/watch?v=ZvbSL_Ys5nk) condivide con la confederata Irish Brigade (https://www.youtube.com/watch?v=aWB7_o6x6DA) il compito di preservare la memoria dell’ennesima guerra che vide i figli d’Irlanda combattere e morire da avversari.

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