A guardia del potere: gli eunuchi cinesi in epoca Qin e Han

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Sun Yaoting, l’ultimo eunuco della storia cinese

Federico Brentaro, Bologna –

Quando si pensa agli eunuchi, la mente, solitamente, vola verso l’Estremo Oriente e verso culture lontane da quelle del mondo europeo.

In Cina, l’istituzione degli eunuchi di corte godette di una lunga tradizione che, a partire dal III millennio a.C., si protrasse fino al XX secolo. Nel 1976 furono ritrovati nella tomba di Fu Hao, moglie dell’imperatore Wuding della dinastia Shang (1766?-1122? a.C.), alcuni mingqi – termine traducibile come “oggetti dell’anima”, i mingqi altro non erano che tutti quegli oggetti che costituivano il corredo funebre del defunto – raffiguranti castrati di corte.

Gli eunuchi, in Cina, sono famosi per gli intrighi di corte e le innovazioni tecnico-scientifiche che, in alcuni casi li hanno resi celebri personaggi storici – si veda l’eunuco ammiraglio Zheng He che, durante l’epoca Ming (1368-1644), fu a capo di sette spedizioni marittime che si spinsero fino alle coste dell’Africa Orientale.

La lingua cinese offre un’ampia gamma di termini per designare gli eunuchi. Quello più generico è il termine huanguan adoperato non solo per indicare in generale gli uomini castrati, ma anche coloro che prestavano i propri servigi all’interno della corte imperiale; infatti guan è il carattere per “funzionario”. Gli eunuchi erano anche chiamati siren: si denota l’atto di servire, nonché la sfera del privato, mentre ren indica la persona. Il termine letterale che veniva invece utilizzato è yanren, dove yan è traducibile con “castrazione” e ren con “persona”.

 

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Due Mingqi


La pratica della castrazione

Le modalità di castrazione nel Celeste Impero rimasero immutate per millenni. In preparazione all’operazione, l’addome e le cosce del paziente venivano stretti con delle corde, lasciando il pene e i testicoli esposti. I suoi genitali venivano lavati per tre volte con acqua calda aromatizzata al peperoncino mentre, in posizione semireclinata, sedeva sul kang – il kang è una tradizionale piattaforma in muratura riscaldabile, solitamente usata come letto, poiché il suo interno cavo è collegato, tramite una canna fumaria, ai fuochi della cucina.

Il medico operante procedeva al taglio utilizzando un coltello affilato. L’uretra veniva bloccata e la ferita avvolta con bende bagnate. L’assistente del medico faceva camminare l’eunuco per due o tre ore, prima che potesse coricarsi, il quale non poteva assumere liquidi per i tre giorni successivi. Passato questo breve periodo, l’uretra veniva quindi liberata: se fuoriusciva dell’urina, l’operazione aveva avuto successo, al contrario il paziente sarebbe morto in breve tempo. Dopo la castrazione, i genitali dell’eunuco venivano custoditi in una scatola. L’eunuco avrebbe quindi dovuto conservarli e mostrarli nel momento in cui sarebbe avanzato di rango e, dopo la sua morte, sarebbero stato sepolti con lui.

Nell’autobiografia dell’ultimo eunuco, tradotta in tedesco con il titolo Der letzte Eunuch. Das Leben Sun Yaotings, letzter Eunuch des Kaisers Puyi, erzählt von ihm selbst, si legge:

 

Egli levò il coltello, lo infilò nel braciere ruotandolo un paio di volte; infine lo strofinò con uno straccio e si avvicinò a Liujin. […] Afferrò con forza il manico del coltello e praticò una violenta incisione verso i testicoli di Liujin. C’era sangue dappertutto. Dalla ferità uscì a fiumi qualcosa di rosso, di bianco, di giallo. […]
Al momento della castrazione occorre infilare immediatamente una piuma d’oca nell’uretra, altrimenti c’è il rischio che si chiuda. […]
Liujin dormì tre giorni e tre notti, aveva il corpo tutto infuocato e la febbre alta non scendeva. […] Soltanto quando, mentre era ancora svenuto, finalmente l’urina fuoriuscì, tutti tirarono un sospiro di sollievo. […]
«Questo è tuo. Quando sei al palazzo, mettilo dentro uno staio e appendilo alla trave del soffitto della tua stanza, ogni anno un po’ più alto; ti proteggerà e ti farà crescere. E ricorda un’altra cosa: quando starai per morire, esso deve seguirti nella tomba, altrimenti le tue sei stirpi resteranno incomplete. Chi non è un uomo né una donna non può rinascere! Tuo padre ti precede e non può più occuparsene, sei tu a doverlo rammentare!». Liujin non sapeva che cosa avesse ricevuto, aprì il pacchetto e vi gettò un’occhiata. Era quello, il pezzo del quale era stato “ripulito”, ormai già tutto nero. Lo rinchiuse in fretta conservandolo poi in un armadietto.

 

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Gli eunuchi alla corte cinese

Anche gli imperatori più carismatici finirono per subire l’influenza degli eunuchi, soprattutto quando vi erano implicazioni di stampo sessuale. L’imperatore Wudi (141-87 a.C.), che portò la dinastia Han (206 a.C.-209 d.C.) all’apice del potere, era bisessuale; dopo la morte della sua concubina favorita, si innamorò di un eunuco, Luan Ta. Wudi gli conferì importanti incarichi, gli concesse la mano della propria figlia e lo nominò generale della Via celeste.

Il più famoso eunuco della storia cinese fu Zhao Gao, che visse durante l’epoca Qin (221-207 a.C.). Alla morte dell’imperatore Qin Shi Huangdi (221-210 a.C.), questo potente eunuco suggerì che la notizia della morte del tiranno imperatore fosse tenuta nascosta non solo alla popolazione, ma anche al figlio maggiore, nonché erede al trono Fu Su, almeno finché le truppe imperiali non avessero raggiunto la capitale Xinyang. Nel frattempo, assieme al primo ministro Li Si, organizzò l’omicidio di Fu Su, per fare di Hu Hai, fratello di Fu Su, il nuovo erede al trono. Con l’imperatore dalla sua parte, l’eunuco fece destituire Li Si dal suo incarico. Tuttavia, lo scontento popolare ben presto si diffuse nell’intera nazione e la ribellione si diffuse in tutto l’impero; nell’autunno del 206 a.C., quando i ribelli raggiunsero la valle del fiume Wei, Zhao Gao assassinò l’imperatore Hu Hai. Pochi mesi dopo, Liu Bang, il capo dei ribelli, fondò la nuova dinastia Han.

Nelle dinastie successive ai Qin, il numero degli eunuchi di corte continuò a crescere, così come la loro influenza, e divennero una componente fondamentale dell’apparato imperiale. In seguito alla fondazione della dinastia Han, in modo particolare durante il regno del primo imperatore Gaozu (206-195 a.C.), gli eunuchi furono sottoposti a un rigido controllo, anche se riconquistarono gran parte del loro potere durante la reggenza dell’imperatrice Lu (195-180 a.C.), moglie di Gaozu; gli stessi storiografi confuciani ritenevano che sia le donne che gli eunuchi avessero una cattiva influenza sui sovrani del Celeste Impero. Gli uomini castrati erano però dei perfetti guardiani per le donne. Ogni imperatore possedeva un elevato numero di mogli e di concubine, ogni qualvolta questi si ritiravano a giacere con una delle proprie donne, l’incontro veniva registrato e presieduto da un eunuco, un compito indispensabile che non poteva essere affidato a uomini con pulsioni sessuali.

Durante la seconda metà del II secolo d.C. le tensioni tra la famiglia imperiale e la fazione degli eunuchi crebbero notevolmente e culminarono nella disputa per la successione dell’imperatore Huandi (146-168), che vide da una parte le forze del reggente Tou Wu, dall’altra i castrati di corte. Furono proprio gli eunuchi a vincere, riuscendo a dominare per l’intero regno dell’imperatore Lingdi (168-189). Con la morte di Lingdi, la dinastia degli Han era prossima alla fine: si diffusero insurrezioni popolari e rivolte, come quella dei Turbanti gialli, e gli eunuchi al potere vennero sterminati dai capi militari. L’anno seguente, nel 190, la capitale Luoyang venne distrutta e l’ultimo imperatore Han, Xiandi, si rifugiò nella città di Chang’an, mentre il potere effettivo cadde nelle mani dei generali, primo fra tutti Cao Cao.

L’istituzione degli eunuchi di corte sopravvisse fino al 1911, anno in cui venne fondata la Repubblica. L’ultimo eunuco fu Sun Yaoting (1902-1996), servitore dell’imperatore Pu Yi (che regnò dal 1908 al 1911).

Gli eunuchi erano ragazzi di basso rango, che perlopiù venivano fatti evirare dalle proprie famiglie per assicurare loro un futuro o nella speranza di ottenere alcuni vantaggi. È il caso di quelle aree – come la Cina – dove i sovrani locali possedevano degli harem e assumevano eunuchi come servitori e attendenti. In questo modo, godettero di un’influenza speciale sugli imperatori, tale da permettere loro di ricoprire alcune tra le più alte posizioni a corte. La loro influenza era tale che la loro presenza a corte fu una normalità fino alla fondazione della Repubblica.

 

LE LETTURE CONSIGLIATE:

  • M. H. Dettenhofer, Eunuchs, Women, and Imperial Courts, in W. Scheidel (a cura di), Rome and China. Comparative Perspectives on Ancient World Empires, Oxford, Oxford University Press, 2009.
  • P. O. Scholz, L’eros castrato. Storia culturale degli eunuchi, Genova, Ecig, 2000.
  • A. J. S. Spawforth, The Court and Court Society in Ancient Monarchies, Cambridge, Cambridge University Press, 2007.
  • Y. Sun, H. Ling, Der letzte Eunuch. Das Leben Sun Yaotings, letzter Eunuch des Kaisers Puyi, erzählt von ihm selbst, Leipzig, Gustav Kiepenheuer Verlag GmbH, 1993.
  • S. Tougher, Eunuchs in Antiquity and Beyond, Swansea, Classical Press of Wales, 2008.