Donne custodi del potere a fine repubblica

fulvia donne

Cristina Mombrini – Milano

La lunga agonia della repubblica, consumatasi tra II e I secolo a.C., ha visto l’ascesa – e quasi sempre la caduta – di uomini che hanno rivoluzionato il loro tempo, politici e militari particolarmente brillanti: Mario, Silla, Pompeo, Cesare, Marco Antonio, ed infine Augusto, il vincitore della guerra civile che traghettò Roma nel principato. Eppure, tra le pieghe di battaglie e proscrizioni, in una storia quasi prettamente maschile, Francesca Rohr Vio, professoressa di Storia romana e Storia delle donne nel mondo romano presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, indaga il rapporto tra donne e potere in questo periodo di forte emergenzialità e rivoluzioni sociali.

Il libro si apre con una domanda provocatoria: “Che hanno a che vedere le donne e la politica?”, si chiede Valerio Massimo, storico del I secolo d.C.. Nulla, se vogliamo seguire la tradizione antica. Molto, invece, se rileggiamo attentamente le fonti, così come fa la Rohr Vio con precisione e abbondanza di esempi.

Dalle epigrafi funerarie sappiamo che la donna romana doveva essere casta, pia, lanifica e domiseda, ovvero fedele, devota, filare la lana ed occuparsi della casa. Il modello di comportamento imposto dal mos maiorum escludeva totalmente le donne dalla politica e da qualsiasi attività pubblica, come l’avvocatura, valorizzando il loro ruolo di mogli e madri, depositarie della legittimità dinastica. Il cardine fondamentale dell’ideale matronale era sostanzialmente il silenzio.

Durante il travagliato periodo delle guerre civili, mentre gli uomini si trovavano lontano da Roma, sui campi di battaglia o esiliati, e le file senatoriali furono decimate dalle lunghe guerre, le donne erano diventate quindi custodi del potere, che transitava temporaneamente, per necessità, sotto la loro gestione.

Il saggio è diviso in due parti: La vita pubblica nella sfera privata e Le matrone nello spazio pubblico, che analizzano con precisione gli spazi entro i quali si muovevano le donne, e di conseguenza i contesti delle loro azioni. Gli esempi abbondano soprattutto nella prima parte, dato che il perimetro della domus rimane il luogo privilegiato dell’influenza femminile: la famiglia di provenienza e quella acquisita tramite matrimonio sono fondamentali, poiché le protagoniste del libro agiscono sempre come figlie, sorelle, madri e mogli di uomini influenti. Vediamo per esempio come Servilia, molto nota per la sua lunga relazione con Cesare, si trovasse al centro di una fitta rete di relazioni familiari e matrimoniali che la resero un baluardo della fazione filorepubblicana: era infatti sorellastra di Catone l’Uticense, madre di Marco Giunio Bruto e, tramite i matrimoni di due delle sue figlie, suocera di Marco Emilio Lepido, il triumviro, e di Gaio Cassio Longino, uno dei cesaricidi. Nel corso dell’estate del 43 a.C. convocò una riunione nella propria casa per discutere del futuro del figlio, che si trovava in Oriente, cui partecipò anche Cicerone.

ottavia donne

Le forme di interferenza politica attuate dalle donne si ritrovano soprattutto nelle strategie matrimoniali, dove riescono ad imporre le loro preferenze, nell’educazione dei giovani cittadini, fondamentale nella costruzione di una memoria gentilizia condivisa, e nella mediazione di intese per i familiari.

Un esempio su tutti è Ottavia, sorella di Augusto, che sposò Marco Antonio per sigillare l’intesa tra i due triumviri e nel 38 a.c., a Taranto, concluse con successo un accordo che garantiva all’uno una flotta, all’altro dei soldati. E ancora, Giulia, madre di Marco Antonio (e si noti qui il legame del generale con la gens Giulia: le grandi famiglie avevano spesso almeno un parente in comune, perché i matrimoni erano una questione molto politica e poco amorosa), che difese il fratello dalle proscrizioni ordinate dal suo stesso figlio, o Porcia, moglie di Bruto, che si suicidò con l’ingestione di carboni ardenti, ossia un gesto che rivendicava la sua appartenenza ad una precisa fazione politica. Esempi di donne che sono riuscite a piegare la tradizione ai propri scopi, agendo negli stretti confini a loro assegnati eppure emergendo positivamente.

Un esempio ricordato negativamente dagli storici è invece Fulvia, vittima allo stesso tempo della propaganda augustea e di Marco Antonio, capro espiatorio perfetto: “di donna non aveva altro che il corpo”, scrive Velleio per delegittimarla. Fin dalla gioventù Fulvia si era mostrata restia a seguire il canone matronale, partecipando attivamente all’attività politica del primo marito, Publio Clodio Pulcro, e sfruttando abilmente il funerale di quest’ultimo per aizzare la plebe. Dipinta come avida e violenta, dirottò le proscrizioni per il proprio vantaggio personale e guidò gli eserciti insieme al cognato, Lucio Antonio; morì abbandonata dal marito, che aveva cercato di difendere fino all’ultimo. Nonostante fosse di buona famiglia e si fosse dimostrata fertile, era decisamente troppo rumorosa per essere considerata una brava matrona, e gli storici tendono a non essere particolarmente compiacenti con le donne che non rispettano i canoni.

rohr donne

Il libro offre quindi un’accurata panoramica degli esempi di azione femminile più importanti dei primi due secoli avanti Cristo, riportando con precisione i modelli regi e protorepubblicani su cui si basano gli storici antichi, chiave di lettura fondamentale per decifrare correttamente le loro testimonianze.

La consistenza numerica e la serialità di questo tipo di iniziative svela quindi una nuova pratica di comportamento, che rimane però ristretta all’emergenzialità della situazione. Non si può dunque parlare di un movimento di emancipazione che abbracci il genere femminile, ma si possono senza dubbio trovare in questo periodo le basi dei successivi cambiamenti nei ruoli di potere.

Il graduale spostamento del discorso politico in ambito privato incentivò quindi la partecipazione femminile, come si vedrà nel corso del principato. Un saggio ben scritto e ben strutturato, che offre puntuali esempi dalle fonti antiche e numerosi spunti di riflessione sull’evoluzione della storia delle donne.

Francesca Rohr Vio

Le custodi del potere. Donne e politica alla fine della repubblica romana

Salerno Editrice, Roma, 2019