Carlo Magno fu davvero il padre dell’Europa? Le risposte di Alessandro Barbero in un libro di grande successo internazionale

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Pierluigi Papa, Bari –

Alessandro Barbero, esimio professore di Storia medievale presso l’Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”, è noto, in particolare, per un’attiva di pubblicazione davvero poliedrica, capace di trattare numerose epoche storiche (anche Parentesi Storiche ebbe l’onore di intervistarlo qualche tempo fa, sul mestiere di storico) .

Tra di esse, a spiccare ci sono sicuramente 9 agosto 378: il giorno dei Barbari, pubblicato nel 2005, Lepanto: la battaglia dei tre imperi nel 2010, Costantino il vincitore nel 2016 e Caporetto nel 2017. Nella sua fortunata attività divulgativa, anche la figura di Carlo Magno, una delle più celebri personalità del Medioevo europeo, trova ampio spazio di riflessione all’interno delle pagine di Carlo Magno: un padre dell’Europa.

Il libro è stato pubblicato nel 2000 presso la casa editrice Laterza, divenendo ben presto conosciuto e apprezzato anche al di fuori dei confini nazionali Negli anni successivi venne tradotto in inglese, Charlemagne. Father of a continent, in francese, Charlemagne.  Un pére pour l’Europe, in spagnolo, Carlomagno, tedesco, Karl de Grosse. Vater Europas, e in romeno, Carol cel Mare. Un parinte al Europei.

 

 

Carlo Magno padre dell’Europa?

Lo storico piemontese decide di introdurre la propria opera utilizzando l’espressione latina, rex pater Europae, (tradotto in italiano come re, padre dell’Europa). Tratta da un poemetto in esametri latini di un autore anonimo, dal titolo Karolus magnus et Leo papa, questa locuzione ci aiuta a comprendere le finalità del libro: «Carlo Magno può essere considerato come il padre dell’Europa?».

Questa domanda, d’altro canto, ha sempre suscitato una sorprendete pluralità di risposte. Due storici francesi del novecento, Marc Bloch (1886-1944) e Lucien Febvre (1878-1956) dissero, rispettivamente, che «l’Europa è sorta quando l’impero romano è crollato» (Annales, Tomo VII, 1935, pag. 476) e «l’impero di Carlo Magno che ha dato forma per la prima volta a ciò che noi chiamiamo Europa». (L’Europa: storia di una civiltà, Feltrinelli, Milano 2014, pag. 79).

Questo dibattito storiografico venne discusso in un convegno, Nascita dell’Europa ed Europa carolingia: un’equazione da verificare, tenutasi a Spoleto (PG), dal 19 al 25 aprile 1979, presso il CISAM (Centro Italiano di Studi sull’alto medioevo). Dal convegno, come ricordato dallo stesso Barbero, venne fuori che

 

«i pareri risultavano diversissimi, anzi in qualche caso diametralmente contrastanti ma nell’insieme l’importanza di Carlo Magno come padre dell’Europa ne uscì piuttosto malconcia o almeno un po’ meno discutibile di quanto non fosse apparsa, una generazione prima a Bloch e Febvre».

 

Anche Jacques Le Goff (1924-2014), colonna della storiografia medievale continentale, ebbe modo di intervenire in questa diatriba. Lo storico francese ebbe modo di esporre il suo punto di vista in un’intervista, rilasciata a Fabio Gambaro per la Repubblica, del 27 gennaio 2014 (vale a dire, a pochi mesi prima della morte).

 

 

In tale circostanza, che combaciava con il mille duecentesimo anniversario dalla morte del sovrano franco (avvenuta il 28 gennaio 814 ad Aquisgrana), lo storico francese sostenne che

 

«se è vero che unificò sul piano militare e amministrativo una vasta parte del nostro continente ma non aveva coscienza dell’Europa in quanto pensava all’impero romano. Ad esempio, nel XV secolo, Papa Pio II scriveva in latino il trattato De Europe, nelle cui pagine l’Europa si impone come un’idea presente e un avvenire auspicabile».

 

Barbero, invece, facendo tesoro delle lezioni precedenti, sostiene  che

 

«fino a qualche anno fa, le vittorie militari conquistate su tutti gli orizzonti e il programma di rinnovamento culturale promosso da Carlo Magno potevano apparire la superficie brillante d’una società profondamente arretrata e di un’economia stagnante; oggi, una molteplicità di segnali ci induce a pensare che proprio nell’età carolingia si siano poste le basi della rinascita demografica ed economica divenuta poi manifesta intorno al Mille, e da cui nacque con tutta la sua prorompente vitalità l’Europa moderna. Al di là del facile entusiasmo che circonda in quest’anno 2000 tutto ciò che suona europeo, lo stato attuale della ricerca ci autorizza a riprendere l’espressione usata dodici secoli fa dall’anonimo poeta, e a parlare di Carlo Magno come di un padre dell’Europa».

 

 

La questione, alimentandosi con una raffinata ricerca storiografica, continua quando si parla del classico contributo dello storico belga Henri Pirenne (1862-1935). Si tratta del celeberrimo Maometto e Carlo Magno, pubblicato due anni dopo la morte, nel 1937. Secondo Henri Pirenne, solo dopo Maometto si ruppe quella

 

«unità del mondo antico, che s’era costruita intorno al Mare nostrum; solo allora aveva cominciato a prendere forma l’Europa come noi la conosciamo oggi, rispetto alla quale il Mediterraneo rappresenta piuttosto una frontiera».

 

L’indagine di Alessandro Barbero, tuttavia, si differenzia per alcune aspetti. In primis, egli scrive questa biografia, trattando ogni aspetto del sovrano carolingio: partendo dalle campagne militari, nelle pagine del libro vi è spazio per riflessioni sulla politica interna, sull’amministrazione della giustizia e sulla gestione del fisco fino ad arrivare all’organizzazione militare dell’esercito franco e alle mogli del sovrano.

 

 

Tutto questo è merito delle fonti utilizzate dallo storico piemontese. In primis, le due versioni degli Annales Regni Francorum, di cui la prima, di carattere ufficiale, scritta molto probabilmente da più mani e sotto il diretto controllo di Carlo Magno, dal 787 al 788.

Nella seconda, invece, si può constatare una forte assomiglianza con la Vita Karoli Magni, testo scritto da Eginardo (775 circa-840), biografo di Carlo Magno giunto giovane, all’età di vent’anni, nel 795 presso la Scuola palatina di Aquisgrana.

Lo stile di scrittura, utilizzato da Alessandro Barbero in questa biografia è semplice e allo stesso modo elegante, come nel resto in tutti i suoi libri, creando quella sensazione di leggerezza nella lettura. Il lettore potrà dunque affrontare, grazie anche ad una bibliografia vasta, capace di comprendere anche i capitolari emanati dal sovrano franco, la scoperta di questo interrogativo tanto antico, quanto contemporaneo: Carlo Magno fu davvero il Padre d’Europa?